Non si dovrebbe mai mettere in relazione la produzione dei membri di una band (spesso si tratta del cantante) con la discografia del suo gruppo precedente, ma alzi la mano chi, ascoltando gli Yokoano, non ha avuto neanche per un attimo in mente il flash dei Pornoriviste? Il ché non è necessariamente un male, anzi. Perché Dani & co sono riusciti benissimo negli anni a bypassare il mero riferimento, in parte inevitabile, con la sua band precedente e si sono spinti verso sonorità diverse. Sempre proseguendo su quella stessa linea di continuità che li ha tenuti legati inscindibilmente alla matrice punk, la band del Varese ha saputo comunque re-inventarsi e coniugare quel tipo di verve sonora con un più ampio panorama riconducibile al filone dell’alternative rock nostrano in cui si inseriscono primi fra tutti i Tre allegri ragazzi morti. Loro lo definiscono Hybrid-rock e di fondo la definizione è anche abbastanza calzante per descrivere un tipo di sound diretto che miscela insieme l’attitudine punk anni ’90 con variazioni melodiche ricche di continui cambi di tempo
Uscito lo scorso marzo per Indiebox Music, Le Onde, questo il titolo del loro terzo album, può essere in parte definito come un concept album incentrato sull’idea assoluta di onda come momento transitorio sia reale sia metaforico tra il lasciarsi cullare e farsi travolgere, restare a galla o annegare negli abissi più profondi. Con questo disco, gli Yokoano lasciano che siano le onde a parlare attraverso le modulazioni ritmiche che si rinfrangono su corposi riff di chitarra, drumming aggressivo e un cantato sempre sul filo dell’urlato a cui rispondono cori reiterati in maniera ripetitiva tanto da rendere immediatamente i pezzi a presa diretta. Tali onde sonore raccontano storie delle tante, troppe, morti in mare, delle insicurezze esistenziali della vita, delle precarietà di questa epoca fatta di oceani di gomma.
Bella la chiusa con “Guardami”, che richiama il senso di ciclicità su cui è strutturato tutto il disco e lo porta a chiudersi con lo stesso paesaggio sonoro e gli stessi rumori della spiaggia in sottofondo con cui si era aperto “Sirene”.
Infine, un bel disco, senza troppe elucubrazioni, ma veloce, diretto, e piacevole all’ascolto.
Tracklist:
- Sirene
- Le onde
- Io non esisto
- Il mio Stato
- Credo
- Aldilà
- Non dire
- Etere
- Guardami
A cura di: Francesca Mastracci