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Tracklist:
01. How Are You Just A Dream?
02. On The Way Home (To Abilene)
03. The One To Save You Now
04. I Ain’t Movin’
05. The Same Old Shit
06. The Life, Living, Death And Dying Of One Certain And Peculiar L.J. Nichols
07. Sons Of The USSR
08. There’s Only One Name
09. God Is Good
10. The Quill
11. Love, Wait For Me
12. A Million Light Years
Possiamo partire dal dire chi è mr. Hinson, nato a Memphis e cresciuto in Texas, musicista fin dalla prima adolescenza, personaggio sfortunato in amore, un tempo drogato, ispirato, voluto in tour da gente del calibro di Will Oldham, Calexico e Iron & Wine. Possiamo parlare del fatto che sia un songwriter che unisce nelle sue canzoni il country tradizionale e quello moderno e che questo sia già il settimo disco di una carriera senza dubbio onorevole. Ma Micah P. Hinson, più di tutto è un sopravvissuto, oltre ad essere un artista che ha sempre raccontato storie con un’emotività mista ad amarezza e rimpianto di perduti amori e di passate esperienze.
Questo disco, prima di tutto ha una gestazione particolare: nasce come una serie di demo registrati poco prima di partire per un tour che lo porta in Spagna e rimane chiuso in un cassetto per molto, molto tempo a causa di un incidente quasi mortale che lascia Hinson senza l’uso delle braccia.
La sua gestazione procede in contemporanea alla ripresa di un artista che si trova improvvisamente privato dello strumento principale con cui lavora e vive, o che semplicemente ama. E così succede che ad un certo punto queste canzoni vengono tirate fuori dal cassetto buio e viste sotto una nuova luce, vengono mandate ad amici come Nicholas Phelps e trasformate fino ad approdare a Santander, nella Spagna che tanto gli è stata fatale, per essere registrate in presa diretta nel tempo record di due settimane e due giorni avvalendosi di un ensemble locale: The Aquatro String Quartet. Ciò detto possiamo passare alle canzoni contenute in questo album e a quello che le distingue dai lavori precedenti (e di alta qualità) di Hinson: apre il disco “How Are You Just A Dream”, che è la canzone che non ti aspetti, dal ritmo rock e dallo spirito punk, per lasciare il posto al primo singolo estratto, “On The Way Home (To Abilene)” e rientrare nella dimensione tipica del country scoprendo allo stesso tempo l’intento del cantautore: il ritorno alle radici e la riconciliazione col suo passato. Un disco che ha un intento così chiaro mostra anche quanto amore ci sia in Hinson per quel che fa: siamo davanti a un lavoro più oscuro rispetto agli altri, ché scoprire le proprie radici e sopravvivere è un’impresa non da poco e Micah ci mette tutto il cuore, lo stomaco e la voce che a tratti si spezza, come nella commovente e intima “I Ain’t Movin”, l’incontro tra l’uomo e un pianoforte volutamente semplice che l’accompagna.
In sostanza siamo di fronte a un buon disco, diretto, più scarno rispetto agli altri senza farsi mancare comunque accompagnamenti strumentali preziosi di archi, o più tradizionali come ad esempio la steel guitar (“The Life, Living, Death, Dying…”) o il banjo (“There’s Only One Name) ma tuttavia mettendo sotto il riflettore di queste dodici canzoni (e una ghost track) la voce, che è lo strumento più importante, più sincero e espressivo di un uomo a cui la vita ha tolto molto, nella speranza che di nuovo torni a regalargli, se non altro, il successo che merita.
Recensore: thesydanto