A novembre torna il BAREZZI FESTIVAL –  Julie’s Haircut, nuovo album in arrivo –  Keaton Henson annuncia il nuovo album –  Giorgio Poi, annunciato il tour –  Il tour di reunion de L’Orso per festeggiare i 15 anni –  C’MON TIGRE – “K//A\K//A” IL NUOVO SINGOLO E VIDEO –  A novembre prende il via il tour nei club de i cani –  Ripartono i live targati INDIEPANCHINE –  A novembre torna il BAREZZI FESTIVAL –  Julie’s Haircut, nuovo album in arrivo –  Keaton Henson annuncia il nuovo album –  Giorgio Poi, annunciato il tour –  Il tour di reunion de L’Orso per festeggiare i 15 anni –  C’MON TIGRE – “K//A\K//A” IL NUOVO SINGOLO E VIDEO –  A novembre prende il via il tour nei club de i cani –  Ripartono i live targati INDIEPANCHINE –  
Ondalternativa

Keaton Henson annuncia il nuovo album

Oggi, l’enigmatico e poliedrico Keaton Henson ha condiviso i dettagli del suo attesissimo nuovo album Parader. L’album uscirà il il 21 novembre tramite Play It Again Sam ed è già disponibile in pre-order; l’annuncio è stato fatto in concomitanza con l’uscita del nuovo, sarcastico singolo intitolato “Insomina“. Parader è il nono album in studio, questo poco dopo che Henson è tornato col singolo “Lazy Magician” (co-scritto con Julia Steiner dei Ratboys), uscito a luglio e definito dalla critica come “un nuovo, audace capitolo all’orizzonte; una ridefinizione inquieta e romantica”.

Con l’ultimo singolo Henson ha cominciato ad abbandonare il personaggio del “ragazzo tranquillo” che lo ha caratterizzato per gran parte della sua carriera; il nuovo album infatti, lo vede abbracciare pienamente i suoni grunge della sua giovinezza. In tutto il disco, l’inafferrabile cantautore fonde tra loro oscurità emotiva, malinconia e frustrazione latente mentre fa i conti con i tormenti del suo passato. Henson spiega: “L’idea di risultare troppo rumoroso mi ha reso nervoso, ma poi è venuto tutto fuori spontaneamente”.

Il nuovo singolo di oggi, “Insomnia“, approfondisce ulteriormente questa nuova direzione, intrecciando una dolorosa auto-osservazione con una sfida che Keaton definisce “sarcasmo musicale“. Cantando “7-Eleven in the middle of the field“, la storia di Henson si frammenta, riportando l’artista indietro di più di un decennio, nel periodo in cui ha vissuto in California.

Canto del fatto che non riesco a dormire dalla mia camera da letto nel West Sussex, guardando i campi, perché c’è un 7-Eleven in mezzo ai campi“, spiega, ricordando le passeggiate notturne indotte dall’insonnia a Los Angeles. Il singolo è accompagnato da uno straordinario video animato in stop motion realizzato dallo stesso Henson, che riflette la frustrazione e il surrealismo che accompagnano quelle lunghe notti.

Chi conosce le opere di Henson saprà sicuramente della sua consolidata reputazione di personaggio introverso e dalla voce sommessa, che raramente si esibisce dal vivo: in 15 anni di carriera si è esibito meno di 40 volte. Da quando ha debuttato con il suo album di debutto Dear… nel 2010, Henson ha ottenuto il plauso della critica per la sua maestria nel tessere una vulnerabilità sincera in sfoghi emotivamente toccanti e dalle tinte folk. Non estraneo al peso dell’ansia, si è guadagnato una fan base devota grazie a una distanza autoimposta, rifuggendo dai riflettori per offrire la parte finita di sé che è disposto a cedere. “La tristezza“, ha confessato una volta, “è un sentimento che provo in eccesso“.

Ciò che si dipana nelle 12 tracce di Parader è un’autopsia introspettiva del tempo che si distorce e si piega per alterare e abitare il presente del cantautore. “Ci sono queste istantanee sconnesse“, spiega, “ricordi nel tempo che affiorano in mezzo a questa raccolta di pensieri su cosa significhi avere questa età ed essere un musicista“.

Questi scorci del passato di Henson, che siano incanalati nei suoi testi o musicalmente esposti in riff beffardi, potrebbero iniziare a sfidare i preconcetti del nostro solitario cantastorie. Come detto, i suoi esordi affondano le radici anche in sonorità molto più pesanti. “Prima di dedicarmi al folk, suonavo in gruppi hardcore ed emo“, racconta. Sono queste istantanee del tempo che impazzano in Parader, distorsioni nostalgiche che frammentano il percorso un tempo lineare della linea temporale.

Per comporre Parader, Henson ha collaborato con una vasta gamma di talenti. La produzione è stata divisa tra Luke Sital-Singh e Alex Farrar; il singolo “Furl” invece, vanta una co-autrice esordiente: la moglie, Danielle Fricke. Henson ha poi collaborato con Julia Steiner dei Ratboys per il citato “Lazy Magician”; un duetto oppresso che dà vita ad un inquietante sogno ad occhi aperti. Henson spiega: “La voce di Julia mi ricorda quando ho ascoltato per la prima volta i Rilo Kiley. C’è il classico realismo magico suburbano delle band americane che ho sempre amato.”

Henson ha una vasta esperienza di vita da cui attingere: gli esordi a Londra, la carriera di artista visivo come illustratore, poi la fama come musicista, il suo ritiro da Los Angeles, e infine il presente: 37 anni, sposato, impegnato a tagliare la legna nella quiete della sua casa di campagna. In questo momento il cerchio si chiude: “Sicuramente attinge alle cose che ascoltavo da giovane, ma le sputa fuori attraverso la lente di me e della mia carriera di oggi. È una strana versione di me di quel periodo, musicalmente parlando.

In questa toccante introspezione, si notache le riflessioni di Henson nascono dall’esperienza maturata. Della struggente esasperazione che ricorre in Parader, Henson dice: “il disco è pieno di frustrazione per non aver conquistato la vita“. È proprio questa onestà, espressa con sincerità attraverso sfoghi strazianti, a rendere il disco la quintessenza di Keaton Henson. Tuttavia, Parader ha una certezza. “Non sono io che fingo di essere qualcosa che non sono“, spiega Henson. “Forse sono solo io che accetto che una parte di me è così. È più forte e ha quei suoni più grandi, più impetuosi, ma non da un punto di vista performativo. Forse sto accettando che anche questa sia una parte di me“.

Mentre il disco si conclude, l’ultima traccia “Performer” ci riporta alla questione del titolo dell’album: i due intrinsecamente collegati. Mentre canta “Ti mostrerò le mie cicatrici, non importa chi tu sia“, Henson riconosce le sofferenze emotive dell’essere un musicista sotto i riflettori, con l’incessante scorrere del tempo come alleato riluttante nel raccontare le sue storie: “Sono la persona che va in giro mostrando le proprie ferite per vivere“.

Immagine che rappresenta l'autore: Cinzia

Autore:

Cinzia