Brunori Sas – live report La data scelta per il concerto Berlinese di Brunori cade in una settimana particolarmente fredda: in generale non freddissima, anche considerato il fatto che la Germania del nord non è certo famosa per il clima mite e che il 27 novembre non ci si può aspettare clima da mare, ma sufficientemente fredda da avermi fatto maledire il vizio cane di non portare mai vestiti pesanti fino a quando non diventa vitalmente essenziale. Fortunatamente dal mio ufficio al luogo del concerto vi sono solo poche centinaia di metri che ho comunque intenzione di percorrere facendo ampio uso dei rinomati mezzi pubblici teutonici. Mi incontro con la mia fotografa Eleonora LLR (il nome è di fantasia), che forse ricorderete per essere stata rimbalzata al concerto dei Calibro 35 (di cui trovate il live report su queste pagine), proprio fuori dal Grüner Salon. Fortunatamente per entrambi entriamo subito e questa volta in biglietteria accettano la tangente senza fare troppe storie. Il posto non è particolarmente grande e risente ancora dell’architettura sovietica con panni rossi di velluto che pendono dal soffitto e grossi specchi alle pareti dirimpetto alle altrettanto ampie finestre. In pratica ci troviamo catapultati indietro di una trentina d’anni. Questo è bene. Una volta dentro subito la prima sorpresa: a quanto pare il furgone della band ha deciso di abbandonarli nel bel mezzo dell’autostrada tra Amburgo (dove suonavano la sera precedente) e Berlino, col risultato di farli arrivare al teatro circa un’ora in ritardo. Entrano trafelati passando tra la platea con gli strumenti in mano e con ancora indosso i loro giacchetti pesanti e le lunghe sciarpe di lana. Poche decine di minuti e la band è pronta a iniziare il concerto: le prime canzoni, più tranquille, servono a riscaldare un po’ l’ambiente e la band infreddolita mentre Brunori, sulla falsariga del siparietto tenuto durante il suondcheck, introduce ogni canzone raccontando aneddoti e scherzando con il pubblico, nonchè giocando sugli stereotipi del calabrese un po’ smarrito e perennemente afflitto dalla “saudade” delle sue terre, stereotipi che in questo contesto (il pubblico è quasi esclusivamente composto da emigrati) risultano ancor più azzeccati. Il pubblico risulta molto ricettivo e composto da appassionati che accompagnano cantando quasi tutte le canzoni e sopratutto i successi “Kurt Cobain”, “Mambo reazionario” e sopratutto “Italian Dandy”, ma il momento di massima partecipazione viene raggiunto quando, poco prima del commiato, partono le prime note di “Guardia ’82”: vuoi perchè una canzone ambientata in agosto e dal forte sapore di villeggatura estiva se cantata in una rigida serata di fine autunno scalda sempre un po’ il cuore, vuoi perchè il componimento dipinge molto bene quel periodo di fine adolescenza a cui inevitabilmente si guarda sempre con nostalgia, tra falò, chitarre, canne e amori che durano lo spazio di una vacanza. Alla fine per la Brunori Sas non restano che gli applausi, tanti e sentiti, di un pubblico che ha fortemente apprezzato lo spettacolo fornito dal cantautore Calabrese tanto quanto ha apprezzato i siparietti e le storielle che hanno intervallato le canzoni. Setlist: Arrivederci tristezza Fra milioni di stelle Le quattro volte Come stai 3 capelli sul comò Kurt Cobain Nessuno Lei, lui, Firenze Paolo Mambo reazionario Un’estate fa Il santo morto Sol come sono Guardia ’89 Rosa
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Brunori Sas – live report
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