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Live Report Vomitory,
Traffic Live, Roma,
15/11/2013
Arriviamo trafelati e schifosamente preparati a quella carneficina annunciata che è l’ultimo concerto a Roma dei
Vomitory: gli svedesoni hanno infatti annunciato che hanno deciso di riporre le armi e sciogliere il gruppo appena
terminato questo tour.
L’occasione è quindi ghiotta, nonostante i nostri siano piuttosto avvezzi al pubblico romano, per goderseli un’ultima
volta con il gusto di rischiare, giustamente l’osso del collo.
Di spalla abbiamo avuto il piacere di vedere gli Hateful, un trio italiano dedito al technical death metal, che han fatto
una discreta figura, pur non proponendoci nulla di particolarmente nuovo.
Subito dopo giungono i nostri amati panzoni svedesi, presentandosi di fronte a un pubblico già piuttosto caldo e
ansioso di farsi del male come si deve. La scaletta è stata particolarmente attenta nel ripercorrere, pure se in maniera
ovviamente limitata dal tempo e dall’età media dei nostri, l’intera carriera del gruppo.
Si parte dunque con The Carnage Rages On e si continua per un sanguinolento viaggio attraverso l’ultimo ottimo
lavoro Opus Mortis VIII (da cui la violenta Regorge in the Morgue), la spettacolare The Voyage da Redemption e veri e
propri piccoli classici come Chaos Fury, tra cui ha fatto capolino l’ottima Blood Rapture.
Il pubblico non si è minimamente risparmiato in un headbanging furioso e un mosh pit decisamente continuo che ha
lasciato tutti sfiancati, anche se ben lungi da quelli classici dei concerti metal come si deve: troppo confuso e violento
senza motivi in particolare.
Per chi non ha mai visto i Vomitory dal vivo, e se ve li siete persi ormai è tardi, sono una macchina da guerra che
abbisogna di un po’ più di pause del giovane gruppo di turno, ma vi farà del male esattamente allo stesso modo.
Curioso che i nostri vengano anche redarguiti dal bontempone di turno che sottolinea come degli svedesi non possano
davvero bere solo acqua tra una canzone e l’altra!
Ritornano per un encore breve ma violento, finendo naturalmente con la classica Chaos Fury; davvero una chiusura
degna e che li vede andar via così alla chetichella, lasciando un pubblico soddisfatto che li saluta come meritano.
A cura di Damiano