Live Report Verdena
Livorno, The Cage Theatre Ricordo una vecchia intervista ai Verdena, forse erano i primi anni duemila. Una giovanissima e già disinvolta Roberta rispondeva così ad una domanda in merito al loro successo: “Non vogliamo tirarcela, ma la musica o ce l’hai dentro o non ce l’hai, è una cosa che non dipende da te”. Questa frase mi torna in mente ogni volta che vado ad un concerto del trio bergamasco, chiarificatrice. Perchè è palese: ai Verdena la musica scorre nelle vene.
L’intro di Razzie, Arpie, Inferno e Fiamme diventa un rap, sul palco ci si diverte e si continua con gli omaggi, questa volta a James Brown con Get On Up e, dopo, con un ancor più divertito “E non m’annoio e no che non m’annoio e non m’annoio”. L’energia si scatena prepotente e il Cage trema sotto i piedi di cinque, forse seicento persone che scalpitano e cantano e ballano senza mai fermarsi, noncuranti del caldo e dell’aria ormai pesante. Chiudono il concerto tre vecchie glorie (Nel mio letto, Luna e Don Callisto) e la nuova Funeralus che, dopo due ore intense, sudate, godute, acclamate, anticipa il saluto della band. E un velo di malinconia spegne l’entusiasmo quando si accendono le luci in sala, e torna la calma. Foto e Report a cura di Alessandra Sandroni Un ringraziamento a Nora Bentivoglio di Fleisch Agency e al Cage Theatre
Un po’ esageri Sci desertico Loniterp Vivere di conseguenza Rossella Roll Over Derek Il tramonto degli stupidi Attonito Lui gareggia Isacco nucleare Diluvio Nevischio Angie Inno del perdersi Viba Puzzle Rilievo Encore: Luna Don Calisto Funeralus
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