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Ondalternativa

Live Report Sun Kil Moon

Sun Kil Moon Live @ Carroponte (Milano)

09 – 06 – 2015

Assistere per la prima volta ad un concerto di Mark Kozelek richiede un certo livello di preparazione. Non parliamo tanto della semplice “conoscenza” della produzione discografica del musicista statunitense, ma della capacità dell’ascoltatore di calarsi nel suo mondo profondamente tormentato.

Si aggiunga poi una certa tendenza a dribblare il divismo, che pare sfociare a volte nella vera e propria intrattabilità, a dare quel tocco di imprevedibilità pre-concerto. In ogni caso, scongiurato il pericolo diluvio dalle parti Sesto San Giovanni, sul palco si presenta un Kozelek particolarmente ispirato e accompagnato da una band d’eccezione. Tra gli altri, Neil Halstead (Mojave 3 e Slowdive) e Steve Shelley (Sonic Youth). A queste poche informazioni, si aggiunga il battàge pubblicitario, principalmente sulla stampa specialistica (ma non solo), generato dalla collaborazione musicale avviata tra Kozelek e Paolo Sorrentino per l’ultimo film di quest’ultimo. Se poi consideriamo che la data milanese costituisce la chiusura del tour europeo, abbiamo tutti gli elementi necessari perché quello di questa sera si riveli essere un evento da tenere a memoria per lungo tempo. Le quasi due ore di concerto rispettano pienamente le aspettative. La sera di inizio estate, con la pioggia che pare incombente, fa da cornice perfetta alla forza dirompente delle ambientazioni create come Sun Kil Moon. Il set nel suo complesso è meno acustico di quanto ci aspetteremmo e, anzi, vive di momenti particolarmente energici. I pezzi sono tratti, quasi esclusivamente, dall’ultimo Universal Themes e dal precedente Benji. Si va da This Is My First Day And I’m an Indian And I Work At A Gas Station a I Watched The Film The Song Remains The Same, senza perdere le quasi-hit come Micheline o Carissa. La voce di Kozelek è carismatica e coinvolgente, sostenuta com’è da un impianto sonoro corposo, che non indulge nell’accentrare ogni attenzione sul musicista di Massillon. Contro ogni previsione, gli intermezzi tra i brani sono spesso riempiti da battute ciniche e divertenti. Kozelek, tra un gesto d’intesa con un uomo della security, al divieto assoluto di incedere in fotografie, si chiede (non è dato sapere se con compiaciuta ironia) come sia possibile che il pubblico italiano conosca i suoi pezzi dato che non ha un’etichetta di riferimento nel nostro Paese. Il pubblico sembra entrare in piena sintonia con quel mondo di cui parlavamo prima.

E’ sì una forma di apprezzamento e rispetto per un artista di grande levatura ma è anche un abbandonarsi totale alle ombre avvolgenti delle sue note. I ringraziamenti finali di Kozelek paiono sinceri, la verità non ci è data saperla. Si va via coscienti di aver assistito ad una formula di live di Sun Kil Moon probabilmente irripetibile.

 

A cura di Captain Eloi

 

Riferimenti:

http://www.sunkilmoon.com/index.html

http://www.carroponte.org

http://www.dnaconcerti.com/

Immagine che rappresenta l'autore: Alessandra Sandroni

Autore:

Alessandra Sandroni