Live Report Forgotten Tomb,
Closer Music Live Rock Club, Roma,
1 Novembre
Ci sono delle cose effettivamente difficili da spiegare; faccio questo mestiere (posso chiamarlo così?
Nemo propheta in patria? Sì, può darsi, ma la cosa malamente si scontra con una scena metal da
sempre così solidale e aperta con i gruppi del proprio paese
Vabbè. Fatto sta che i nostri suonano al Closer, un club intimo e di dimensioni contenute, quando
sarebbe stato bello vederli con molto più pubblico, così come succede all’estero, non a caso faranno
da headliner al festival Under the Doom a Lisbona.
E ri-vabbè.
Sono, ovviamente, accompagnati da diversi gruppi spalla, tra cui abbiamo avuto la possibilità di
assistere ai Sedna e ai Riti Occulti. I primi sono un trio emiliano dedito a una sorta di sludge con
inserimenti doom, un minestrone intrigante che dal vivo, purtroppo, perde un po’ in quanto a forza
sonora anche a casua della singola chitarra. La scrittura però è piacevole, e la loro mezz’ora scorre
via tranquilla.
Ogni considerazione che avrei potuto fare sui Sedna, però, scompare di fronte ai successivi Riti
Occulti, presentati con tanto di altarino con candele nere. I nostri devono aver capito che per fare
metal non è necessaria sfoggiare chitarre distorte e quindi si limitano a tastiera e basso per creare il
loro stoner/doom. Fin qui ok, purtroppo sarà per un mix poco adatto ma il risultato finale sottolinea
solo basso e batteria, con la doppia voce femminile pulita e in growl a sovrastare praticamente tutto.
A ciò si aggiungono dei problemi tecnici che hanno rovinato la prima parte dell’esibizione e la
sensazione finale è che fosse proprio una serata da dimenticare per i romani.
Arrivano all’una passata, orari decisamente scomodi per qualsiasi essere umano, i Forgotten
Tomb, a chiudere un breve tour italiano che ha fatto tappa pure in Sardegna e la loro seconda visita
dopo il support dato ai Rotting Christ. La serata è dedicata a una scaletta piuttosto variegata, che ha
particolarmente preferito Under Saturn Retrograde e qualche ripescaggio dallo splendido
Springtime Depression. Si parte con l’ottima Reject Existence, con la band che si riscalda e flette i
muscoli, perchè subito dopo ci aspetta Todestrieb, una botta da novanta che subito ristabilisce la
presenza scenica della band piacentina e la loro importanza netta.
Fa capolino anche un pezzo sentito piuttosto poco dal vivo come Spectres Over Venice, ma per il
sottoscritto il momento migliore è stato rappresentato sicuro dalla medley Disheartenment / Alone /
Steal My Corpse, davvero Alone è uno dei pezzi più belli mai scritti da una band metal italiana negli
ultimi dieci anni, senza grosse discussioni.
La band si ferma tra un pezzo e l’altro per scherzare, ma le intenzioni sono serie, basta vedere la
serietà del volto di Asher che con delicatezza percuote i tamburi. Il pubblico, invece, è
irritantemente freddo, semplicemente intenzionato ad ascoltarli senza farsi coinvolgere più di tanto.
Un’oretta di esibizione e i nostri si allontanano, Algol si avvicina al microfono e chiede di fare
almeno quel minimo di chiasso per il bis.
Ovviamente era già in programma e la scelta ricade su Shutter, sempre da Under Saturn Retrograde,
un bel pezzo ma che manca, però, di quella botta emotiva che Scars avrebbe rappresentato molto
meglio.
Poco male, il 2014 che sta per concludersi ci porta una band in formissima, impegnata pure a
preparare un nuovo album, e, ovviamente, nessuna risposta al mio interrogativo “perchè non venite
in tanti ad apprezzare una delle band migliori che abbiamo?”.
Un grazie ad Alex e Vittorio di Nihil Prod.
Damiano Gerli