Live Report Crossfaith
14/11/2015
London
Sabato 14 novembre, alla O2 Academy Brixton di Londra, si è tenuto un evento metal organizzato dagli Skindred, al quale hanno partecipato (oltre ad altre due band) anche i Crossfaith, band metal/electronicore Giapponese formatasi ad Osaka nel 2006, di cui andremo a parlare.
Dopo l’atroce episodio accaduto al Bataclan di Parigi neanche 24 ore prima, l’indecisione nell’andare o meno al concerto era davvero tanta, ma alla fine la ragione ha prevalso e l’ha spazzata via; dovevo farlo, anche in nome di tutte quelle anime che ad un concerto non ci sarebbero mai più andate. Sentivo che sarebbe stata una serata particolare, così raccolsi block-notes e penna e mi diressi alla hall, dove fui perquisita da testa a piedi prima di poter farvi accesso, ma una volta dentro, l’atmosfera che si respirava non era delle più rilassanti. La seconda band stava già suonando il loro ultimo brano (salva per il rotto della cuffia), così ho avuto tutto il tempo di trovarmi un angolo tranquillo alla destra del palco dove poter prendere nota, con vista super e security alle spalle. Una volta che il palco si svuota, i tecnici preparano la scena per la band successiva e scoprono, da un telo nero, una batteria che ai miei occhi era inconfondibile, quella di Tatsu. Ma eccoli che a uno a uno, fanno una breve comparsa per un super veloce sound-check, partendo proprio dal batterista che con un laconico, ma stravolgente assolo, riscalda subito gli animi della folla già scalpitante (e non vi nascondo quanto mi abbia fatto piacere vedere cosi tanti ragazzi riuniti sì per gli Skindred, ma che hanno iniziato a incitare anche i Crossfaith). Secondo per apparizione è Teru, dedito alle tastiere nonché’ al sintetizzatore e programmazione, che, microfono alla mano, saluta subito la moltitudine che lo ricambia con un clamoroso coro. Seguono Hiro, bassista e Kazu, chitarrista. Qualche minuto ancora per il check e ci siamo, le luci si spengono e nell’oscurità che regna sovrana sul palco, una nube di fumo biancastra s’innalza verso il cielo, trafitta da raggi di luce blu e l’intro del nuovo album Xeno echeggia in tutta la venue. E’ il delirio. La band fa il suo maestoso ingresso: Teru seguito da Hiro e Kazu prendono posto sul palco prima di Tatsu e infine Kenta (vocalist) che introduce subito la prima strofa di “Xeno” e la folla impazzisce. Tutti saltano tra luci spettacolari che s’intersecano nella scena regalando un’atmosfera esilarante. E’ la volta di “Monolith”, brano tratto dal precedente album Eclipse, inconfondibile per il suo intro con un grande Teru alle tastiere, ma l’attenzione ora cade su Kenta che girandosi per non dare nell’occhio, si spruzza qualcosa in bocca.. possibile mal di gola? Speriamo sia solo un abbaglio. Durante “Devil’s Party” qualcuno dal pubblico ha pensato bene di lanciare “un qualcosa” sul palco, diretto proprio al vocalist che con una rapida mossa schiva quella “palla nera” che ha dato subito qualcosa di cui pensare alla security. Uno strano silenzio regna in platea e gente sbigottita assiste alla scena di possenti uomini in divisa che tentano di salire sul palco per controllare subito cosa fosse quell’oggetto nero non identificato che era atterrato proprio ai piedi di Kenta. Nessun timore però, una volta che il giappo-vocalist capisce cosa fosse, lo raccoglie mostrandolo al pubblico: la “bigotta” aveva lanciato il suo reggiseno. Fu’ così che un’ondata di risate (e insulti) è partita da destra a sinistra (penso che la prossima volta la giovane donzella ci ripenserà due volte prima di compiere un atto del genere, alla luce dei fatti accaduti 24 ore prima).
Seguendo la scaletta del nuovo album, ecco che arriva il momento di “Wildfire” featuring Benji degli Skindred che, quando fa la sua apparizione sul palco, innesca un boom di urla e cori nel pubblico. I due cantano fianco a fianco, scherzando proprio come due vecchi amici, ma Kenta, come da suo rigoroso rito, non aspetta più di un minuto per richiedere ai fan una wall of death e, come Mosè, apre un varco tra il bagno di folla accalcata ai suoi piedi. Un comando diretto ed è il caos allo stato puro! Segue “Omen” dove Hiro sembra essere posseduto dall’anima di un canguro che zampetta qua e là sul palco e Kenta si lancia letteralmente nella massa scalpitante, facendo un buon e “sano” crowd-surfing, ma una volta approdato di nuovo sullo stage, fa la richiesta più strana che gli anglo-metallari potessero mai aspettarsi (richiesta che in Giappone invece è molto comune tra le band della scena metal) “tutti giù per terra”! E dopo che un attonito tappeto umano si era formato, il capitano da’ il via al brano conclusivo: “Countdown to Hell”. Un mega salto in alto di gruppo precede un pogo da Spartani che da’ il via all’ultimo assolo dell’incontenibile Tatsu. L’entusiasmo è alle stelle, ma, come tutte le cose belle, anche la loro performance è arrivata al termine. Le ultime parole di ringraziamento alla folla e la promessa di un ritorno l’anno prossimo per un altro strepitoso tour in Europa. Grazie ragazzi, siete sempre grandiosi!
Per tutti coloro che volessero (ri)vedere i Crossfaith, anticipo che hanno fissato una data anche in Italia il 5 Marzo 2016 all’Officina degli Angeli di Arbizzano VR (i biglietti sono già disponibili su Ticketone.it).
a cura di Tatiana