Ben Harper & The Innocent Criminals – Live @ Postepay Summer Festival – Milano
22 – 07 – 2015
I percorsi artistici sono spesso accidentati e non necessariamente seguono una linea ben definita, continua e rassicurante. La separazione tra Ben Harper e gli Innocent Criminals non poteva non rappresentare una svolta solo temporanea in un percorso fatto di vera e propria simbiosi musicale.
Il rinsaldarsi del sodalizio, per di più in formazione allargata, senza un album da promuovere è l’occasione perfetta per rispolverare tutto quel repertorio pre-2008 che Ben ha, quasi per rispetto verso i vecchi compagni, evitato di suonare negli ultimi tempi. Nelle più di due ore di concerto vengono quindi ripescati episodi da un po’ tutta la discografia del musicista californiano fino a Both Sides Of The Gun. I sei sul palco sono una macchina perfettamente oliata e in grado di attraversare con naturalezza generi e sfumature differenti. Dal reggae di memoria particolarmente marley-ana, al rock anni ’70 più classico, dalla Allman Brothers Band, al soul delle paludi statunitensi. Ben Herper è uno di quegli artisti cui piace abbastanza non basare i propri show su scalette pre- determinate e ripetute all’infinito. Così non è casuale che la carte in tavola cambino rispetto agli spettacoli precedenti. Apertura per Jah Work, seguita a ruota da Diamonds On the Inside, pausa riflessiva con Masterpiece per poi tirar fuori il ruggito del leone con Glory & Consequence e Burn To Shine in sequenza. Il concerto segue questa andatura variegata, tra momenti più energici e fasi più intime. La chiusura del main set è da apoteosi con Ground On Down, Burn One Down, With My Own Two Hands e Better Way. Il bis è quasi interamente acustico con due canzoni che risulteranno essere le vere e proprie perle della serata: Power of the Gospel e When She Believes (dedicata ad una coppia fra il pubblico in procinto di convolare a nozze). Il silenzio che accompagna Ben sui quattro brani suonati da solo è surreale e, se confrontato al visibilio scatenato dai pezzi suonati poco prima, rende l’idea della straordinaria capacità di questo artista di rapire in ogni istante, anche cambiando completamente registro. La band pare genuinamente colpita dl calore di un pubblico pienamente coinvolto.
Peccato solo per la location che evidenzia, ancora una volta, i limiti che ha Milano nel “produrre” un’area per concerti all’aperto di grandi dimensioni degna di questo nome.
Captain Eloi
Riferimenti: http://www.benharper.com/ – http://www.livenation.it/