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Tracklist:
01. Streets
02. All for nothing
03. Done with it
04. System
05. Riddles
06. War
07. Don’t walk away
08. Little Light
09. Words you don’t know
10. Rivals
L’album inizia con "Streets", che si sposa in pieno con quanto detto pocanzi sullo stile musicale del gruppo. Col procedere del disco però ecco presentarsi sonorità e strutture (sopratutto nei cori e nell’andamento) tipiche della musica africana (o meglio della sua americanizzazione), anch’esse molto in voga nel periodo di fine anni ’90 (il trio "Riddles", "War" e "Don’t walk away" sembra prodotto da Youssou N’Dour).
Con i pezzi successivi invece si ritorna a stili più simili a quelli iniziali e in certi casi la velocità aumenta vertiginosa ("Words you don’t know"). Il pezzo di chiusura, nonché il pezzo che da il titolo al disco, nonché il pezzo sicuramente più riuscito (esatto, mi riferisco a "Rivals") è invece una ballata più lenta e sicuramente meno energica ma che spicca nell’insieme.
Rivals è un disco che paga un tributo grandissimo a quelle che evidentemente sono state le influenze dei musicisti: si potrebbe quasi dire che è un album uscito in ritardo di quindici anni. Ora, nonostante già da almeno un lustro gli anni ’90 siano tornati di moda (non tutti, solo quelli più commericali: lungi da me sostenere che ci sia musica all’altezza di Pearl Jam o REM in giro) andare a ripescare la commistione di rock e musica etnica come fanno i Kensington può avere un senso per i più nostalgici ma per il resto degli ascoltatori rimane un disco normale senza niente che riesca a colpire.
Recensore: Pucc