“San Luigi” è il secondo singolo dei Sapada, duo indie formato da Francesco Freschet (autore e voce) e e Alberto Da Ros (basso), in uscita con distribuzione DistroKid lunedì 2 dicembre.
I Sapada arrivano su tutte le piattaforme con il nuovo singolo del loro progetto musicale, “San Luigi” è il risultato del racconto più intimo e personale dei due artisti.
Il duo prende il nome da Sappada, un paesino tra le montagne venete in cui gli artisti insieme ai loro amici si ritrovano periodicamente per condividere nuova musica.
Dopo le ultime date che li ha visti impegnati in Veneto, a Roma e a Torino la scorsa primavera per la promozione del primo singolo “Nome Palindromo”, i Sapada tornano con un singolo sincero ed energico che richiama sfumature folk.
Così il duo descrive il singolo:
San Luigi, o il Dio della Musica, è per noi una sorta di esperimento: volevamo provare a scrivere una canzone in cui riversare tutto, ma proprio tutto. La storia è questa: primo pomeriggio di un caldo giorno di gennaio, quinto anno di liceo, parcheggio della palestra, post ora di ginnastica: <Senti ma, se andassimo a fare il conservatorio?>.E da lì il disastro. Speranze, entusiasmo, discussioni, crolli, botte sul naso, rifiuti, esame di maturità, patente, test d’ammissione, frustrazione, test d’ammissione fallito, vergogna, altra frustrazione, imprecazioni, grinta, dubbi e infine sogni; che per quanto affossati non hanno smesso di tornare a galla, quasi fosse ovvio che non sarebbero rimasti sotto la superficie dell’acqua. Volevamo raccontare tutto questo così come racconti a un tuo amico le ultime follie accadute nella tua vita, con quella foga di chi ha tanto da dire e poco tempo per raccontare e finisce per parlare così veloce che la risposta non può che essere: <Eh? Come scusa>. In conclusione per noi San Luigi è una sorta cascata di coscienza, un Dio che abbiamo scelto e creato, a cui affidarsi nei momenti più difficili, il Dio della Musica appunto, è la storia del nostro voler studiare musica e del volerne fare la nostra vita, una storia di denti scheggiati a forza di stringersi, per infuocare ancora un sogno”.