Trackslit:
01. From the sea (the birth of a monster)
02. Cleanse
03. Beyond the horizon
04. Building arks
La Svezia ormai è un marchio di garanzia per un certo genere musicale che va dal Death, al Gothic, al Doom, al Post metal (come in questo caso), ed anche questa volta non si smentisce, portando alla ribalta una band relativamente giovane con solo due album all’attivo, di cui questo Empower the monster è il secondo (End of the Chayot il primo, datato 2007 ed interamente registrato dalla band stessa). L’ispirazione è chiaramente moderna, con un sound facilmente riconducibile ai Cult of Luna, agli Isis ed a tutto quel panorama metal che fa del buio, della cupezza, della voglia di raccontare una terra dove l’inverno la fa da padrone con le sue atmosfere grigie e fredde, il leitimotiv compositivo.
Quattro brani per un totale di 45 minuti circa di ascolto dove il passaggio da un pezzo al successivo non è percepito come un cambio di capitolo ma come un semplice cambio di paragrafo necessario per continuare la narrazione della storia. Questa è infatti l’idea che ascoltando e riascoltando il disco si percepisce: una storia. Una storia che parte con una certa schiettezza e brutalità del sound (From The Sea) per arrivare pian piano a maturazione (Cleanse e Beyond the Horizon) con un finale molto cupo e riflessivo (Building Arks) che è l’apoteosi di un disco molto ben fatto in tutti i suoi aspetti. Questa evoluzione è ben rispecchiata nella composizione dei brani con un’alternanza sempre più marcata tra parti prima distorte, ritmate, sincopate ed urlate e parti pulite, riflessive e ripetitive, in un mix sapientemente costruito che dimostra una padronanza a tutto tondo del genere e del linguaggio. Niente da dire nemmeno sulla produzione che sebbene sia fatta “in casa” dalla stessa band, evidenzia una ottima conoscenza degli strumenti che l’era digitale fornisce: alzando sempre di più il volume non si nota una perdita di definizione ma anzi, ogni strumento emerge ben definito facendo capire il proprio ruolo all’interno del brano, invogliando ad alzare ancora di più il livello.
Sicuramente un album da consigliare a chi è un amante del genere e dei gruppi già citati in precedenza. Voci growl, chitarre distorte, riff ripetuti e richiamati all’infinito, chitarre pulite, voci pulite ciò che si ascolta. Tutto ciò che ci si aspetta da una band nordica è presente: la violenza, la riflessione, la cupezza, la tristezza. Insomma, c’è tutto. Vi resta solo che ascoltarlo per togliervi ogni dubbio.
Fatelo e non ve ne pentirete.
Recensore: giskard