È interessante sentire un gruppo nostrano che propone in italiano quella scena grunge dei primi anni 90 sullo stile dei Pearl Jam e altre band di Seattle. Questo disco dei Turbolento è sicuramente un prodotto che sarà apprezzato dagli amanti del genere e dai nostalgici di quel periodo.
L’album è un bel prodotto anche se presenta alcune diciamo “anomalie” al suo interno(per non chiamarle o definirle vere e proprie stranezze). La voce del cantante è, come vuole la tradizione di ogni band che si è identificata in questa scena, particolare nel suo stile assolutamente personale e le chitarre presentano una distorsione sporca e bella potente. Tutto sommato nel suo insieme si può dire che il prodotto è interessante. La cosa che mi ha lasciato più allibito, è la presenza di suoni, strumenti e addirittura tracce che con la linea musicale della band non centrano assolutamente nulla.
Chitarre acustiche con arpeggi classici e la presenza di un saxofono in alcune canzoni, “cozzano” in maniera davvero imbarazzante nei confronti di chi ascolta la canzone. Nulla contro chi prova a fare qualcosa di innovativo, ma in questo caso sarebbe stato meglio evitare.
01. Non tempo
02. Aquilone
03. Per sempre
04. THC
05. Scatole Magiche
06. Maelstrom
07. Verve
08. Niente
09. Vexilla regis prodeunt inferni
10. Belfagor
Recensione a cura di: Simone Nigrisoli