I Those Of The Cellar arrivano da Cuneo forti del classico percorso che la maggior parte delle band underground ha nel proprio curriculum: ore spese in sala prove, show e tanti buoni propositi artistici che alla lunga si trasformano in canzoni.
“La pace di Nettuno” è ciò che sono oggigiorno, un prodotto cantato interamente in madrelingua che avvicina a sé diverse correnti artistiche. Partendo da un sound che annovera tra le proprie fonti d’ispirazione l’alternative rock di Incubus e Deftones il gruppo ha poi saputo inglobare nel proprio DNA quell’impatto tipicamente crossover che porta subito a pensare a un nome noto nel piemontese, quello dei Linea 77. E’ innegabile che qualche riferimento a loro ci sia all’interno di “La pace di Nettuno”, ma contrariamente a quello che si può pensare lo troviamo nel sound e non nell’interpretazione vocale. Perché fondamentalmente questo prodotto vanta molteplici soluzioni sonore ma anche una miriade di varianti al microfono, dove passiamo da spezzoni tipicamente rap ad altri melodici e growl, il tutto ben architettato.
“Due minuti di odio”, “Se ascolti senti il mare” e “Limite” sono i brani che più impressionano all’interno della tracklist, per scelte artistiche adoperate e varietà. Interessanti questi Those Of The Cellar, band giovane ma al tempo stesso con la testa sulle spalle.
01. Cornice
02. Cataclysm
03. Limite
04. Aeternum
05. Random
06. Due minuti di odio
07. Se ascolti senti il mare
08. Nettuno
09. Allegra
Recensione a cura di: Golem