Se siete amanti del genere folk in chiave “moderno chansonnier” credo che fareste bene a non leggere neanche le prime righe di questa recensione, ma a fiondarvi direttamente ad ascoltare subito il nuovo di Stu Larsen, “Resolute”, uscito il 21 luglio scorso ed erede di quel “Vagabond” di appena 3 anni fa e che già aveva chiarito quale fosse la cifra stilistica del suo autore.
Se invece amate il genere folk, ma non ne potete più della solita ennesima nuova promessa del cantautorato di respiro internazionale, allora tenetevi ben lontani da questo ulteriore stanco nuovo capitolo musicale. Non troverete in esso niente di nuovo o di veramente interessante da potervi far drizzare sulla sedia.
Tutto già sentito, tutto già apprezzato in tanti, molti, troppi altri dischi di altrettanti cantautori che in questi anni ci hanno propinato la loro versione del “vento che scorre tra i capelli mentre il sole sta tramontando all’orizzonte tra le colline”.
Scusatemi, ma mi sento di dire…”anche basta!”
Accostato a gente del calibro di Bon Hiver (…davvero?), Jeff Buckely (non scherziamo!!!!!! Non ditelo di nuovo perché qui volano le mani!) e addirittura al buon James Taylor (perdonali, non sanno quello che dicono), Stu Larsen ha prodotto un disco in perfetto stile folksinger bohémien.
Arrangiamenti semplici, minuziosi, eleganti.
Un disco che racconta di viaggi e di piccole grandi storie, costruito quasi interamente, salvo rare eccezioni, vedi “What If”, sul binomio inscindibile voce e chitarra.
Canzoni dolcissime, fragili, mai monotone, tristi si, a tratti, ma mai melense.
10 tracce ispirate dall’animo errante di Larsen, dal suo essere costantemente e perennemente “on the road”.
10 tracce registrate tra la Scozia, Spagna e la stessa Australia, terra d’origine di Larsen, che risultano decisamente più profonde di quello che può sembrare ad un primo ascolto.
Ciò che non convince è che sembrano tutte colonna sonora di un film sì magari bello e romantico, sì strappalacrime e profondo, ma anche visto e rivisto troppe, davvero troppe, volte!
Un disco che musicalmente parlando ha ben pochi punti deboli, ma che ad ogni traccia non fa che pormi il dilemma “…ma questa non l’ho già sentita? “, “…ma quest’altra non era sul finale di quel film!”, “…ma questa non è come quella di quel cantante che in quel video cantava in riva al mare?”.
Ecco quando capita di questo vuol dire che forse il disco non ha lasciato un segno proprio così indelebile.
Siamo sulla sufficienza, ok, ma il prossimo sarà il tuo terzo disco caro Stu e li si arriva all’esame di maturità.
Lì, certe cose, non le si potranno più lasciare passare!
Tracklist:
1. Aeroplanes
2. What’s a Boy to do
3. Chicago Song
4. I Will be Happy and Hopefull You Will Be Too
5. Going back to Bowenville
6. What If
7. Far From Me
8. By The River
9. The Straight Line
10. Till the Sun Comes Back
A cura di: Simone Grazzi