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Ondalternativa

An Harbor – May

Non vincere uno dei talent-show più quotati d’Italia non sempre significa non possedere quel certo fattore che rende il talento un’arte. A X-Factor lo avranno pure liquidato troppo presto, ma lui non si è dato per vinto e si è rimboccato le maniche, realizzando quasi interamente da solo un disco che non ha nulla da invidiare a chi invece è riuscito ad accaparrarsi i contratti con le case discografiche major. Anzi! An Harbor, al secolo Federico Pagani, ha dimostrato di avere la tenacia di un vero combattente e non è un caso forse che la copertina del disco ritragga proprio un pugile. May, uscito il 30 settembre, rappresenta un esordio coraggioso, in cui il cantante esplora con disinvoltura territori musicali a lui originariamente lontani, ma senza mai perdere quella che è la sua essenza acustica di fondo, con una voce graffiante che sarebbe in grado di far sciogliere anche il ghiaccio. In otto tracce il disco rappresenta una continua modulazione di sperimentazioni sonore che spaziano dal rock classico di matrice americana fino a toccare punte di folk, pop e raggiungere, in alcuni momenti, l’elettronica puramente scanzonata della dubstep. L’apertura di “Minerva Youth Party” risulta vincente, con il suo potente riff di chitarra addolcito dalle note di piano e reso movimentato da lievi inflessioni sintetizzate. Questo lo stesso percorso scelto per “The Highest Climb” e in parte anche per “Like a Demon”, brano arricchito dalla partecipazione di Giulia/Tight Eye e dalla sua voce particolarmente raffinata, che cattura subito l’attenzione grazie a un ritornello che lo rende facile da memorizzare. Mentre a rimescolare le carte ci pensano il giusto mix di rock e dub di “Meet Yourself Fading” e il ritmo ben sostenuto di “By the Smokestack” e del suo ritornello rompicapo. Elettronica e clap condiscono anche ”Shine Without a Light”, che in sette minuti sembra essere la sintesi dell’intero album, armonizzando insieme stili e ventagli di possibilità sonore diverse. L’essenzialità strumentale dal respiro pop acustico invece investe pezzi come “Come Armed or Come Not At All” o “Not Made of Gold”, che chiude l’album con una vena malinconia. An Harbor assembla un album la cui fluidità è il risultato di una consapevolezza ben studiata che prende il respiro internazionale. May, come il mese della rinascita e l’apertura al possibile inaspettato, accende una luce nuova nel panorama discografico italiano. Così piacevolmente accecante!

 

Tracklist

1. Minerva Youth Party

2. Like A Demon (feat. Tight Eye)

3. The Highest Climb

4. Come Armed or Come Not At All

5. Meet Yourself Fading

6. By the Smokestack

7. Shine Without a Light

8. Not Made of Gold

 

A cura di Francesca Mastracci

Immagine che rappresenta l'autore: Alessandra Sandroni

Autore:

Alessandra Sandroni