La storia de Le Capre a Sonagli parte nel 200 con altri nomi e nel 2015 presentano il loro album “Il Fauno”, composto da 14 tracce per un totale di 28 minuti, 28 minuti di pura follia e rivisitazione della psichedelia e rock sporco. Produzione assolutamente buona, suona molto bene, i brani scorrono con piacevolezza, un album che non può assolutamente annoiare nella sua complessità. Già, non è un album semplice da ascoltare, ma mentre le canzoni scorrono diventa sempre più facile ascoltarlo e apprezzarlo, sound molto particolare, voci narranti e voci roche da demonietti.
Da questo disco emerge intelligenza e cura per i dettagli, oltre alla creatività e originalità del genere. Il rock c’è tutto, ma rivisitato e confuso con altri generi, non tuti distinguibili, ma questa “poltiglia” risulta veramente apprezzabile, il mix crea il loro straordinario sound.
Sono una vera novità, giovani, tanto talento e sonorità che vengono esplorate in modo curioso da questi ragazzi, una schizofrenia compositiva che trova un equilibrio piacevole nell’album. Risulta quasi una piccola impresa descrivere questo disco e dare un’idea di ciò che potrete ascoltare. Sono i veri alternative del periodo, cantano in italiano, ma con una personalità che nulla ha a che vedere con i mezzi indie – rock – alternative che hanno invaso la scena, Le Capre a Sonagli vivono di vita propria, bisogna sperare che continuino per la propria strada senza farsi contagiare dal nulla evocato da tantissime band. Saranno anche un gregge, ma non si comportano da tali, sono più pastori che guidano le altre caprette, non possono essere accostati ad altre band, sarebbero paragoni stiracchiati e privi di senso, è un lavoro da ascoltare nella sua complessità compositiva e melodica, apprezzando l’originalità di ogni pezzo.
Ascoltate assolutamente Pausa Pranzo, Demonietto all’organetto e Ciabalè, sono pezzi che valgono tutto il vostro tempo.
01. Celtic
02. Ciabalè
03. Tre e 37
04. Demonietto all’organetto
05. Serpente nello stivale
06. Giù
07. Nonno Tom
08. Uhaa!
09. Slow
10. Pausa pranzo
11. Anatra
12. Bobby solo
13. Joe
14. Goo Porpacuttana
Recensione a cura di: Valentina Ferrari