Nuova fatica discografica per una delle band di spessore nel nostro panorama indie italiano e stiamo parlando dei Giardini di Mirò che con il loro “Different Times” si riaffacciano sulla scena musica dopo quattro anni i silenzio.
Questo nuovo lavoro segue la scia che la band ha preso quando ha debuttato nel 2001 un classico Indie Rock le cui sonorità si fanno aiutare da innesti più elettronici per dare corpo a tutto il disco. Melodie d’atmosfera e ridondanti all’avvio con la track “Different Time”, Don’t Lie dove le sonorità morbide sostengono una doppia linea vocale leggera e morbida. Come un aereo che per il troppo peso stenta a decollare, qui succede la stessa cosa, man mano che ci avviciniamo nella parte centrale il ritmo rimane sempre sul melanconico seppur dalle intenzioni marcate da una sezione ritmica tecnica e ben assestata “Hold On”, “Pity The Nation”.
Un andamento che si riduce ulteriormente ai minimi termini con “Failed To Chart” una ballata minimale e dannatamente scura.
Forse qualcosa si smuove con “Void Split”, perché si vengono a creare suoni più incisivi e decisi senza però strafare, introducendo cosÏ una parte finale più dinamica con la lenta Landfall che lascia il passo alla stravagante e grintosa “Under” per poi far calare il sipario sull’ennesima estenuante traccia che porta malinconia “Fieldnotes”.
Non conoscevo i Giardini di Mirò e neanche i lavori precedenti, ma questo mi piace a met‡, troppo lento, troppo piatto, diciamo che non scatena nessuna energia.
Visto i trascorsi di questa band mi sento di dargli oltre la sufficienza nella speranza che i propri fans trovino in questo disco ottime conferme.
Tracklist:
01. Different Times
02. Don’t Lie w. Adele Nigro (Any Other)
03. Hold On w. Robin Proper-Sheppard (Sophia)
04. Pity The Nation
05. Failed To Chart w. Glen Johnson (Piano Magic)
06. Void Slip
07. Landfall
08. Under
09. Fieldnotes w. Daniel O’Sullivan
A cura di: Madness