Cecilia è una torinese con esperienze di formazione all’estero, un diploma al Conservatorio e una passione incredibile per l’arpa. Ha da poco presentato il disco “Guest”, il suo esordio, composto da 12 tracce. E’ un’artista di talento, già ingaggiata per numerosi live e con l’estate piena di esibizioni in tutta Italia. La sua musica è un misto di arpa e pop-indie-alternative, con un tocco di elettronica, il tutto accompagnato da una voce da invidia.
Quello che emerge dall’ascolto è sicuramente l’incredibile e bellissima voce di questa artista, riesce ad accompagnare i brani con delicatezza, senza sommergere la musica. Canta in italiano e in inglese, nel complesso il disco non risulta disturbato dall’alternanza delle due lingue, riesce ad esprimere il proprio mondo in entrambe.
Mano a mano che si procede nell’ascolto si avverte la sensazione di qualcosa che non funziona a dovere, l’arpa c’è, è stupenda, ma viene soffocata dal resto della composizione, sarebbe stato straordinario produrre qualcosa solo arpa e voce, visto che Cecilia è fortissima in entrambe. Non credo che le serva altro accompagnamento per emergere.
Si tratta comunque di un buon album, con un’ottima produzione, ottimo suono, niente noia, cambi di ritmo e tanta intensità. Ogni brano è diverso e riconoscibile, ha le sue caratteristiche e fa sì che si ascolti con piacere per tutta la durata.
Forse il brano più bello è “Sei Bianca”, con il contrasto tra la voce pulitissima di Cecilia e la chitarra sporca. Molto bella anche l’arpa in “Elder Tree Wine”. Dalle 12 tracce emerge una produzione che ha un bellissimo gusto internazionale.
01. What If I Say Intro
02. Ladies
03. Snow
04. Monrings Like This
05. Sei Bianca
06. Elder Tree Wine
07. Aria Immobile
08. Winter Guest
09. Cave
10. L’Ultima Arma
11. Oman
12. What If I Say Out
Recensione a cura di: Valentina Ferrari