Sono dell’opinione che esprimersi in inglese, per un artista musicale italiano, sia cosa tanto affascinante quanto pericolosa: si adatta in modo più facile a certi suoni e arrangiamenti di provenienza oltreoceano, ma potrebbe difettare nel non avere la stessa potenza comunicativa che la nostra lingua madre può dare in un testo.
Esprimersi in lingue anglofone può essere un punto di partenza o di arrivo, più raramente di passaggio, ma è opinione di molti che l’italiano una volta utilizzato, nelle canzoni, sia cosa difficile da abbandonare. E’ spesso più facile che in questo modo possa esserci una certa immediatezza e vicinanza comunicativa tra autore e ascoltatore. Premesso e messo per inciso che i lavori degli Aim in inglese siano da ritenersi assolutamente riusciti, quello che risalta in Finalmente a Casa –come già forse il titolo del lavoro stesso mette in chiaro- è proprio una padronanza di songwriting in italiano matura e completa. Gli episodi sono sì alternati l’uno all’altro, ma rimangono compatti nell’insieme C’è un’alternanza in suoni e linee vocali che consente un pathos espressivo sapiente.
E la trattazione dei testi non è mai banale, mai scontata, c’è la giusta raffinatezza ma mai nulla di ruffiano. Resta da vedere se questi ragazzi ora che sono “tornati a casa” ci rimarranno, ma ciò che è certo è che questo capitolo è assolutamente riuscito. Pollice su.
01. Finalmente a casa
02. Non parli già da un po’
03. Voglio il mio tempo
04. nel nuovo giorno
05. Vittoria
06. Dormo in te
07. Mi vuoi migliore
08. Dove è ancora più profondo
09. La tregua
Recensione a cura di: Alessandro Piccaluga