Il rock con i capelli sempre al vento e un’anima dolce e blues che fanno da contraltare a sonorità punk-garage, è ciò che i Dirty Trainload propongono nel lori album intitolato “Revolution and Crime”.
L’album uscito nell’aprile del 2018 costituisce l’ennesima prova di stile della band pugliese capitanata da Bob Cillo, talentuoso chitarrista con uno spiccato animo blues al quale si affiancano il batterista Balzano e Livia Monteleone voce e polistrumentista di origine italo americana.
La band che è ormai giunta al quarto album, si presenta come una realtà ormai consolidata dell’underground italiano.
Il loro sound è un mix di blues, garage-punk e rock’n’roll sporco, che richiama alla mente le strade del deserto californiano; le strade dei pionieri del XX secolo che si dirigevano a ovest alla ricerca del sogno americano. Una di queste strade era la famosa Route 66, soprannominata “la madre di tutte le strade” dallo scrittore John Steinbeck, che narrava dei lunghi viaggi che portavano i migranti verso la ricerca di un futuro più benevolo.
Proprio per questo non stupisce che la band nel suo ultimo album intitolato “REVOLUTION AND CRIME” abbia messo al centro lo spirito di protesta e di avversità alle ingiustizie del potere: ciò che si avverte nei testi e che scorre nelle note di questo album è una genuina protesta rock, una “revolution” pronta a scontrarsi con ogni mezzo contro un potere che troppo spesso è buono con i ricchi e crudele con chi viene dalla strada.
L’album è composto da 13 tracce, tutte in grado di trasmettere la tipica sana rabbia di chi tenta di liberarsi dalle catene per correre verso la libertà.
Il lavoro proposto incarna perfettamente il genere che propone la band: da un lato il rock’n’roll da la spinta, dall’altro le sonorità blues e punk garage unite alla voce di Livia Monteleone, fanno da cornice ad un sound tipicamente alternative.
Mai come in questo caso il primo singolo dell’album riesce ad essere rappresentativo del lavoro svolto dalla band, infatti il brano “Touture Dogs” è un emblema della protesta della gente del “ghetto”, richiamando la figura del cane poliziotto che ringhia alle spalle del fuggitivo, simboleggia molto la cultura di protesta che lega il rock al blues al garage-punk proposto dai Dirty Trainload.
Il “treno sporco” continua la sua marcia e porta a chi vuol sentire questa band una benevola carezza di rock sporco e graffiante, non possiamo che consigliare l’ascolto di questo album non fosse altro perché a del buon e sano rock non si rinuncia mai.
Tracklist:
1.Torture Dogs 03:39
2.Wanted Man 03:52
3.Too Far Gone 03:33
4.Revolution and Crime 02:46
5.Another Man Done Gone 04:18
6.End of the Welfare State 03:24
7.Cod’ine 05:40
8.Slanted Houses 05:06
9.Parchman Farm 03:23
10.Dry Throat 03:27
11.Improvised Robbery 04:56
12.Samir’s Letter 03:21
13.Fire is Gonna Burn You 00:59
A cura di: Matteo Grillo