È sempre molto interessante accostarsi di volta in volta a lavori musicali che interpretano e rielaborano la realtà in maniera differente. Coglierne le diverse sensibilità pur generate dal medesimo contesto.
I tempi bui in cui viviamo hanno spinto schiere di musicisti ad esprimere il bisogno di cantare sofferenze e spaesamento in modi spesso antitetici. Per anni nel nostro paese è sembrata prevalere la schiera di quelli che hanno voluto a tutti i costi ribaltare il quadro votandosi al divertissement, più o meno ragionato, più o meno ricco comunque di significati. Esistono poi quegli artisti che quell’oscurità la amplificano, costruendo una bolla all’interno della quale abbandonarsi galleggiando in uno stato di catatonica rassegnazione. Sembra appartenere a quest’ultima frangia il duo ferrarese electro-industrial dei Mastice. Violente Manipolazioni Mentali, loro album d’esordio, vibra di fraterna tristezza pur lasciando affiorare momenti di rabbia pura. L’atmosfera dark, il senso di disperazione, unite alle ritmiche industrial e a melodie vagamente post-rock ricordano soprattutto tante produzioni di inizi anni ’90. I riferimenti possono andare dai Nine Inch Nails, ai Massimo Volume. Ma possiamo anche scomodare, con le dovute accortezze, gli Einsturzende Nebauten. La formula descritta non aggiunge nulla di particolarmente nuovo a quanto già sentito in passato.
Il disco, in effetti, paga probabilmente in “riconoscibilità”. Trattasi comunque di un lavoro che si incastona appieno nel contesto temporale che lo ha prodotto, un album con cui Igor Tosi e Riccardo Silvestrini fanno un primo passo all’interno del panorama musicale dell’underground nostrano. Panorama di cui, ne siamo convinti, potrebbero diventare un futuro riferimento.
01. Inizio
02. Venditori di fumo
03. Risveglio
04. VMM
05. Zero
06. Porci
07. Fetore
08. Target
09. Freddo
10. Maggio
Recensione a cura di: Captain Eloi